La regina degli avari, «the Queen of Mean» com'era chiamata, alla fine è stata generosa. Alla sua maniera, si capisce. Più con il cane che con i nipoti. Dimenticando i 12 bisnipotini e premiando, unico tra i dipendenti, il fidato autista. Leona Helmsley, la leggendaria miliardaria di New York che negli anni '80 fece 18 mesi in carcere per un'evasione fiscale da 4 milioni di dollari perché «le tasse le pagano solo i plebei», fino all'ultimo non ha badato a sorprese: antipatica e tiranna, diffidente e pignola da morta come da viva. Nel testamento, la figlia di un cappellaio di provincia che all'apice del successo arrivò a controllare anche l'Empire State Building, ha risparmiato pure sui nomi.
I beneficiari si contano sulle dita di una mano. E si devono accontentare delle briciole: il grosso della fortuna di famiglia, tra i 4 e gli 8 miliardi di dollari, andrà in beneficenza. Morta d'infarto a 87 anni, Leona ha diseredato due dei 4 nipoti, Craig e Meegan: «Loro sanno perché ». Ha dato 15 milioni di dollari al fratello Alvin, 10 milioni ciascuno ai nipoti Walter e David, 100.000 all'autista Nicholas. Al numero due nella lista, ha messo Trouble (Guai), l'essere che probabilmente ha adorato di più dopo la cattiva anima di Harry, taccagno titolare di un impero immobiliare e di una catena di hotel che Leona sposò in terze nozze nel '72. Harry è morto nel '97, dopo essersi convertito alla filantropia, e non ha fatto in tempo a conoscere Trouble, il maltese bianco che da otto anni imperversa a casa Helmsey. Mami lo omaggia con 12 milioni di dollari, depositati in un fondo gestito dal fratello Alvin che si prenderà cura di lui.
Come si spendono quasi 9 milioni di dollari per un cane? Ok, Trouble è abituato bene: cibo cucinato dallo chef del Park Lane Hotel (Leona gli faceva delle scenate costringendolo a lasciare le cucine per dedicarsi alla pappa), lettini di seta. Trouble non mangia se non imboccato. E morde: la domestica Zamfira Sfara fece causa alla miliardaria perché i dentini del maltese le avevano procurato danni permanenti al sistema nervoso. Addirittura. Una parte dei milioni andrà al risarcimento dei prossimi camerieri e dog-sitter morsicati? Possibile. E quando Trouble morirà? Difficile che riesca a far fuori tutti quei soldi. Il testamento non specifica dove andrà il resto. Ma prevede un fiduciario che controlli l'«eredità Trouble». L'animale dovrà riposare accanto alla padrona nel «loculo » colonnato di famiglia: Leona lo fece costruire alla morte di Harry al cimitero di Westchester, in Connecticut, prendendo ispirazione da una delle sette meraviglie del mondo antico, la tomba che nel IV secolo avanti Cristo Artemisia fece costruire ad Alicarnasso per il marito, il satrapo Mausolo (da cui il termine mausoleo).
La tomba è oggetto di particolari indicazioni nel testamento: 3 milioni di dollari per la pulizia (almeno una volta all'anno deve essere lavata con l'acido). All'entrata ci sarà un librone per le firme dei visitatori. Se i due nipoti Walter e David Panzirer non firmeranno di loro pugno almeno una volta all'anno, tuona Leona, dovranno dire addio a 5 milioni di dollari su 10, quelli bloccati in un fondo fiduciario. Il padre di Walter e David, Jay, unico figlio degli Helmsley morto a 40 anni nell'82 per infarto, è sepolto nel mausoleo. Leona non si fida del buon cuore dei nipoti e li ricatta: o venite a trovarci, o vi tolgo i milioni. Solo di recente aveva fatto pace: per anni non ha voluto vedere i nipoti perché nessuno aveva messo il nome di nonno Harry ai figli. Trouble non corre rischi. Ieri sono stati diffusi i dati sulla ricchezza degli americani (il reddito medio è cresciuto dello 0,7%, ma è minore del 2001).
A New York il reddito medio è 34 mila euro all'anno. In un giorno, il maltese si ritrova con un tesoro 240 volte sopra la media. Che invidia. Il New York Post titolava ieri a tutta pagina, con una foto di Trouble in braccio alla padrona e un'espressione spesso usata come parolaccia: Rich Bitch (cagna ricca). Sottotitolo: «Non parliamo di Leona, ma del suo cane». C'era bisogno di specificare?
Michele Farina (Corriere della sera)
Nessun commento:
Posta un commento