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I biologi dell'University of California e dell'University of Bonn hanno redatto una mappa in cui si evidenzia la distribuzione globale della biodiversità. Per creare una cartina così ampia è stata utilizzata la possibilità di predizione del numero di specie basandosi sui dati ambientali, ovvero accoppiando i dati ricavati per la classificazione climatica è possibile determinare il numero di specie presenti.
Da questa deduzione si capisce facilmente che il cambiamento climatico è in grado di stravolgere il precario equilibrio naturale e portare ad una riduzione consistente di biodiversità compromettendo quindi la stabilità del sistema. L'industria farmacologica si è accorta negli ultimi 20 anni dell'importanza (economica per loro) occupata dalla biodiversità; ma ancora non sappiamo se esistono principi attivi che potrebbero guarirci da chissà quale malattia presente o futura.
Questo è quello che accade a livello globale, ma tornando a livello locale possiamo notare dall'immagine che l'Italia rappresenta un luogo che, nonostante la cementificazione selvaggia, possiede una elevata biodiversità per motivazioni di natura topografica e microclimatica (per l'appunto). Un patrimonio di cui non ci accorgiamo, che sottovalutiamo e che dovremmo tutelare e che rappresenta il futuro.
Via | University of California, San Diego
Foto | University of California, San Diego
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